A tu per tu con Andrea Bianconi, l’artista che vive tra l’Italia e gli States: “Nel gennaio del 2020 ho invaso Bologna con 24 poltrone delle idee“
Un artista straordinario che, dalla nostra Arzignano, in provincia di Vicenza, è partito anni fa alla volta – anzi, alla conquista – del mondo dell’arte. Andrea Bianconi è così: un creativo straordinario.
Una bella amicizia ci lega da tempo, e io non potevo che intervistarlo.
Come è nata l’idea della performance?
Era il 2016, ero in studio, avevo un grande mostra da preparare ed ero alla ricerca dell’ idea . Giravo e rigiravo nello studio, guardavo ogni cosa in attesa di un messaggio, di una visione. In un angolo c’era una poltrona, era di mia nonna, di solito la usavo come si usa una poltrona qualsiasi, ma all’improvviso ( improvviso è una parola che mi piace molto), l’ho guardata in un modo diverso, l’ho sentita per un momento complice…istintivamente ho preso un colore bianco e ho scritto la frase SIT DOWN TO HAVE AN IDEA, siediti per avere un’idea, da quel momento è diventata la poltrona delle idee, che tutt’ora uso. Una volta seduto, l’idea mi è venuta. Nei mesi e anni seguenti gli amici, le persone, i collezionisti, i critici, i galleristi che venivano a trovarmi in studio volevano sedersi sulla poltrona nella speranza di un’idea. Passarono gli anni, fino a novembre del 2019: Adriano , il mio amico, venne a trovarmi in studio e mi disse che voleva avere una poltrona delle idee, in quel momento ho iniziato ad immaginare la poltrona in diversi luoghi. Una decina di giorni dopo mi chiamò il comune di Bologna chiedendomi un progetto per la città. In quel momento mentre stavo rispondendo al telefono stavo guardando la poltrona e mi venne subito l’idea di invadere Bologna con le poltrone. Nel gennaio del 2020 ho invaso Bologna con 24 poltrone delle idee, come le ore del giorno, ho contaminato luoghi diversi, da Piazza Maggiore al Teatro Duse, dalla stazione al panettiere, avevo capito che la poltrona delle idee era per tutti e di tutti, avevo capito che una poltrona per tutti è un’idea per tutti.
Una delle immagini che mi piace di più e quella postata sul tuo profilo Instagram con la tua iconica poltrona in tanti posti. Sai dirmi se c’è un posto che ti ha colpito particolarmente?
Tutte le tappe hanno avuto una loro vita, un loro mondo, una loro storia., la città, il teatro, la montagna, il mare, il borgo, la valle, tutte le tappe fanno parte di un grande viaggio che ha attraversato l’Italia. Spedizione Cima Carega è stata emotivamente fortissima, perché in quel momento si usciva da un periodo di chiusura totale e la spedizione era una sorta di liberazione, di riconquista di una libertà, di riconquista di un qualcosa che ci era stato privato, di riconquista di una parte di noi stessi. Una spedizione nella natura incontaminata che da tempo urla la necessità di vivere in armonia con il pianeta. La spedizione era il sogno, il desiderio, la volontà, la fatica, il cammino, la salita, la difficoltà, la vista della cima, lo sforzo, la conquista, un po’ come quando si é alla ricerca di un’idea c’è l’illuminazione, l’eccitazione, l’ immaginazione, il percorso, il confronto, la resistenza, la nascita. Spedizione Cima Carega è stata un’unione con i runner della Durona Team, tutti uniti per un obiettivo, tutti uniti per una missione, tutti uniti per un desiderio, tutti uniti attorno alla poltrona delle idee, tutti uniti per valorizzare il nostro territorio, tutti uniti per un’idea. La spedizione aveva anche uno scopo benefico a sostegno della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, la malattia che toglie il respiro i cui malati non hanno la libertà di respirare. Le idee sono ossigeno e l’ossigeno sono idee.
Cosa vuol dire essere artisti nel 2020?
L’artista deve continuamente interrogarsi e confrontarsi con il mondo e il momento che sta vivendo. L’arte non cambia il mondo, ma offre al mondo nuovi punti di vista. Ogni epoca ha avuto i propri spazi e tempi, i propri quando e come, i propri perché e cosa. L’arte deve aprire domande, non deve dare risposte. Quindi l’artista nel 2020 deve aprire domande, deve aprire punti di vista, soprattutto in un momento così drammatico come quello che siamo vivendo deve dare visioni, deve portare con se un’apertura di futuro. Ti racconto un aneddoto non intellettualmente profondo ma significativo per la mia esperienza e sul cosa vuol dire essere artisti. Era li 2007, ero a Houston in Texas, era la prima mostra che facevo in America in una delle principali gallerie americane. Quindi giornalisti, stampa, gli occhi puntati, l’italiano che arriva , etc. La mattina del giorno dell’inaugurazione avevo l’incontro con i giornalisti. Non sapevo l’inglese, cioè lo capivo poco e parlavo a livello minimo, cioè ero in grado di ordinarmi un caffè’ e di chiedere indicazioni. Prima della partenza per Houston ero andato da una insegnante di inglese perché volevo imparare a memoria 2 minuti di discorso fluido con una grande pronuncia. Lo imparai, continuavo a ripeterlo giorno e notte…funzionava. Andai a Houston e durante la conferenza stampa feci il mio bellissimo discorso. D’un tratto alcuni giornalisti iniziarono ad alzare le mani e farmi domande, io non capivo niente, nulla di quello che stavano dicendo, ma proprio in quel momento, di fronte a domande incomprensibili iniziai a rispondere con la stressa frase che avevo imparato a memoria, quindi ad ogni domanda diversa rispondevo con la stessa frase imparata a memoria. Come se stessi facendo una performance, credo sia stata la mia prima performance. Fu un successo, il giorno seguente tutti i giornali parlavano di questo. Tutto questo per dire che ogni tempo ha il proprio momento, e ogni situazione ha la propria azione. Ho raccontato questo aneddoto per dire che un artista deve sempre essere stesso e puro, sia nel 2007 che nel 2020.
Quali sono i progetti futuri?
Ho appena presentato alla Mondadori di Piazza Duomo a Milano il “Diario di un pre-carcerato” , il diario che ho racconta gli ultimi 14 giorni precedenti la performance fatta al Carcere di San Vittore, seguiranno nei prossimi mesi altre presentazioni. Sto lavorando al nuovo libro “Sit Down To have An Idea”, che parlerà del progetto delle poltrone delle idee, ci sarà un’ ultima tappa speciale del viaggio della poltrona. A dicembre avrò una mostra a Houston TX e poi una mostra a Milano sui lavori che ho fatto con mia figlia Ancilla Blue durante il lockdown, in cui ho coinvolto altri artisti con i loro figli. Poi sto lavorando ad un enorme progetto che l’anno prossimo contaminerà contemporaneamente diversi luoghi del mondo.
Cosa diresti ad un 20enne di oggi?
Direi quello che dicevo a me stesso 25 anni fa, quando ho iniziato… anche se il modo cambia, la volontà, i desideri, i sogni, gli obiettivi, il coraggio, le azioni restano. Direi di non guardare sotto al proprio tavolo, ma fuori dalla finestra, direi di restare ancorati alle origini, ma avere due ali enormi per volare e sognare, direi di avere una sana follia, di osare, di rischiare, direi di essere follemente innamorati delle proprie scelte, direi di capire una vittoria e desiderare una nuova conquista. Direi di sognare ad occhi aperti e di cercare di realizzare i propri sogni.