Lutto nel mondo dell’imprenditoria: storia di una donna che è stata capace di creare occupazione in tutto il mondo
Conosciuta come l’imprenditrice dei poveri, Leila Janah grazie alle sue aziende aveva dato lavoro a più di 11mila persone tra India e Africa.
Aiutare le persone emarginate creando occupazione era il suo grande obiettivo.
Aveva 37 anni la giovane imprenditrice, figlia di immigrati indiani, convinta che fosse il lavoro e non solo gli aiuti in cibo, ad offrire la vera alternativa alla povertà.
“Il nostro obiettivo – affermava Janah nel 2018 – è indicare una nuova strada per gli affari, che preveda un senso di giustizia verso
chi è povero, e non il raggiungimento del massimo profitto”.
Leila Janah è spirata a Manhattan, dopo aver lottato per tempo contro un sarcoma epitelioide.
Creando occupazione, Leila aveva inserito le persone povere nell’industria di cosmetici fino a quella dell’elaborazione dei dati utili per
colossi come Google, Facebook, Microsoft, Getty Images e Walmart.
Nel 2008 fondò Samasource per offrire una vita migliore a chi vive sotto la soglia di povertà: oggi l’azienda dà lavoro a oltre 2.900 persone tra Kenya, Uganda e India nel campo digitale e fornisce consulenze, dati, progetti e strumenti poi utilizzati dai videogiochi alla meccanica per auto.
Nel 2015 fondò poi LXMI che oggi impiega centinaia di donne nella valle del Nilo per raccogliere noci e trasformarle in un burro poi esportato negli Stati Uniti per essere utilizzato nella produzione dei prodotti per la cura della pelle.