Il Maestro ci ha lasciati, regalandoci però un bagaglio di emozione e sogno
Se ne è andato in silenzio, a soli 48 anni e per un brutto male con cui conviveva da tempo: Ezio Bosso, tra i miei musicisti contemporanei preferiti, maestro, pianista, compositore e direttore d’orchestra, si è spento stanotte nella sua casa a Bologna.
Da tempo soffriva di una malattia neurodegenerativa che l’aveva costretto alla carrozzella, e poi il cancro: ma Ezio bosso non se era mai arreso, combattendo come un leone, mostrando la malattia e sorridendo a lei e a tutti noi, senza mai smettere di regalare sogni musicali a tutti noi.
Una rinascita dello spirito, la sua, dalla quale c’è solo da imparare: originario di Torino, classe 1971, Ezio Bosso fin da piccolissimo amava la musica, e a 16 anni se ne andò di casa per debuttare come solista in Francia. Un destino segnato da grandi orchestre e maestri, come Ludwig Streicher, contrabbassista dei Wiener Philharmonic, l’Accademia di Vienna e Claudio Abbado con il quale instaura un legame artistico e di amicizia. Ezio sarà il suo erede per l’Associazione Mozart14, nata per portare la musica nei luoghi del dolore, nelle carceri, negli ospedali.
La musica è la vera terapia – affermava – è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme
Direttore d’orchestra, nell’organico della Fenice di Venezia, del Comunale di Bologna e poi con un proprio gruppo di musicisti, la StradivariFestival Chamber Orchestra, ribattezzata Europe Philharmonic. A settembre aveva dovuto dire addio al pianoforte, mentre a gennaio aveva tenuto le ultime serate all’insegna di Beethoven e Strauss al Conservatorio di Milano per la Società dei Concerti.
Ezio Bosso la bacchetta e accendeva la musica regalando tutto se stesso.
Addio nobile sognatore, non ti dimenticheremo mai.
La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare