Da sempre appassionato di arte, ho collaborato alla realizzazione della mostra a L’Idea di Amatori
La mostra delle opere di Antonella Benanzato sarà ospitata a L’Idea di Amatori in Piazza dei Signori a Vicenza fino al 18 aprile prossimo.
Ho amato l’arte di questa pittrice astratta informale, fotografa, musicista, giornalista professionista, Antonella Benanzato è impegnata in una ricerca tra colore e suono, musica, pittura e movimento coreutico.
Per l’occasione presenta soggetti astratti, dipinti su pannelli a olio e tecnica mista, rappresentanti l’evoluzione del suono e del movimento nella luce. L’ho incontrata durante l’inaugurazione.
Le tue opere rappresentano un processo di continua riflessione sull’effetto del suono sul gesto pittorico. Dalle armonie iniziali il procedere artistico vira dal figurativo all’astratto…
Come dico spesso la pittura e la musica aprono la porta a dimensioni percettive non ordinarie della realtà, stati in cui è possibile sperimentare e attribuire polarità di coscienza al percorso creativo e introspettivo. Da piccola suonavo il pianoforte, ho sempre avuto la tendenza a comporre e anche da bambina avevo la tendenza a creare dei disegni delle mie composizioni. Rappresentavo visivamente la musica che componevo. Le note per me hanno sempre avuto un colore, quindi è emerso fin da subito il mio aspetto sinestetico. È parte di me…. È successo di recente l’inverso ossia “suonare” i miei quadri. Invertendo in un certo senso il processo artistico o meglio renderlo un circolo virtuoso che si auto alimenta. La mia ricerca artistica risiede proprio in questo: la percezione sonora legata al colore.
Tutte le composizioni musicali vengono trasformate in opere. Metti su tela i suoni. Le opere “Prima del tempo” le tue ultime realizzate, cosa rappresentano?
In principio era il verbo. Ecco da dove arriva la ricerca delle mie ultime opere. Rappresentano delle essenze monocellulari che vengono prima del tempo, che pre-esistono. Sono una sorta di essenza della temporalità. Sono senzienti, hanno coscienza e vogliono scoprire e comprendere. Alcuni dei tratti che compongono queste cellule comunque ricordano delle corde di alcuni strumenti: il richiamo alla musica quindi non manca. Un messaggio che richiama la nostra tendenza insita alla conoscenza.
Un messaggio da lanciare e chi visita questa mostra.
Le iniziative come questa che coniugano arte e design di altissimo livello è un connubio felice. È l’occasione giusta per creare degli spazi espositivi che possano coniugare queste discipline e questi oggetti creati attraverso un profondo studio e che raccontano sempre qualcosa dell’artista che le ha create e che ovviamente devono essere di stimolo per l’osservatore. Un onore è anche il fatto di affacciarsi su Piazza dei Signori: una bellezza che si affaccia su un’altra bellezza, sembrano una la continuazione dell’altra…
Abbiamo visto alcuni ritratti decisamente diversi dal concetto alla rappresentazione tradizionale della persona. Che cosa vedi quando ne crei uno?
La rappresentazione in questo caso si destruttura, l’interiorità si muta in manifesta presenza. Come quando ho voluto rappresentare un monaco buddista ritratto durante la meditazione samadhi, nel massimo stato di meditazione. Inizialmente avevo riprodotto fedelmente i tratti del monaco ma volevo far emergere la sua interiorità quindi l’ho stravolto con vari strati di colore a sottrazione fino ad arrivare alla rappresentazione finale. Vorrei far emergere l’energia interiore delle persone.