Medici, infermieri, farmacisti, forze dell’ordine: sono questi gli eroi che stiamo riscoprendo. E che ci salvano davvero la vita
In tempi di crisi, si sa, la mente ha bisogno di scoprire storie belle, che regalino positività e allo stesso tempo rappresentino il periodo storico.
In queste settimane di reclusione forzata, soprattutto, spiccano agli onori della cronaca le storie degli eroi. Eroi contemporanei, lavoratori instancabili, come il personale sanitario e membri delle forze dell’ordine che, in questi giorni di sospensione collettiva, continuano a lavorare alacremente per il bene e il futuro di tutti noi.
È il caso di Giuseppe Maestri che da Piacenza ogni giorno si è recato per lavoro a Codogno nei giorni di “zona rossa” nel lodigiano, a fine febbraio. Un farmacista che affermava di non esser eun eroe, ma “semplicemente un lavoratore“, e che, al rientro a casa, evitava rapporti con concittadini e famigliari.
Medici e infermieri che in questi giorni stanno raccontando le loro tragiche giornate sui social, come Martina Benedetti che lavora negli ospedali del vicentino e posta una lunga riflessione che trasuda impegno e preoccupazione, con foto di un volto bellissimo marchiato dall’uso della mascherina.
Poi c’è la storia di Pierdante Piccioni, primario che a seguito di un incidente ha perso ben 12 ani della sua vita in termini di memoria, credendosi medico di provincia e non il luminare con cattedra a Pavia e incarichi dal Ministero della Salute. Primario del PS di Codogno tempo fa, e ora a Lodi con un’attività nuova. Come racconta in un’intervista:
“È un’unità nuova, di Integrazione Ospedale Territorio e Appropriatezza della Cronicità. Seguo i pazienti in remissione dal Covid-19. È la mia squadra che decide chi può essere trasferito di reparto o ospedale o dimesso“.
Il caso vuole che proprio dalla sua storia sia nata una fiction RAI, in onda dal 26 marzo sul primo canale e con Luca Argentero come protagonista:
“Il master in Pazientologia inizia il 31 maggio 2013, mi sveglio convinto che sia il 25 ottobre 2001 e di aver portato mio figlio di 8 anni a scuola. Meno 12 diventerà il titolo del mio primo libro, scritto per Mondadori con Pierangelo Sapegno. Da questo buco nero, nasce una vicenda così incredibile che spesso non sono stato creduto: prima che fossero evidenziate lesioni al cervello, c’era il dubbio che mentissi“.
Abbiamo bisogno di eroi sì, ma non da fumetto, non con il mantello e le ali, non da impresa titanica. Abbiamo bisogno di persone vere, dedite al lavoro, che rischiano la loro salute per il bene degli altri.
Anzi, di tutti noi.
Come riassunto nella commovente illustrazione dell’artista Franco Rivolli: una dottoressa che teneramente abbraccia e accudisce l’Italia.
Non dimentichiamoci di loro quando (speriamo presto) tutto questo sarà solo un ricordo.
3 commenti