Non solo benessere psicofisico, ma anche conoscenza dei propri obiettivi
se una volta non veniva data troppa importanza alla serenità sul posto di lavoro, preferendo altri aspetti come la stabilità economica e il percorso professionale, oggi la prosettiva è cambiata e la maggiore fluidità del mondo lavorativo porta ad essere maggiormente connessi con la nostra parte emotiva anche in ufficio.
Numerosi e recenti studi di management dimostrano che le persone che non hanno un vero engagement con il loro lavoro sono più tristi delle persone che ce l’hanno, portano negatività nelle relazioni coi colleghi e coi capi, e il loro mood ha un effetto negativo sull’atmosfera lavorativa e sulla performance.
La felicità sul luogo di lavoro è quindi oggi considerata strettamente connessa con il nostro benessere, psicologico e fisico, nonché sulle performance lavorative.
Cosa serve per essere felici al lavoro? Una visione condivisa di dove va l’azienda, obiettivi comuni, buone relazioni con i colleghi e i superiori.
Infine, una maggior consapevolezza di se stessi e del propio modo di lavorare, come delineato nel libro “Lessico della Felicità” di Laura d’Onofrio e Roberto D’Incau.
Solo conoscendo appieno i propri limiti e le dinamiche che si imbastiscono tra relazioni, emozioni e lavoro, si potrà non abbattersi alla prima difficoltà, ad esempio con il capo:
Mantenere le relazioni, cambiando gli atteggiamenti, i pensieri, le azioni, è davvero fondamentale per cambiare, senza andarsene, ma con un maggiore tasso di felicità.