Il film-evento che racconta l’icona Frida Kahlo e la sua storia, tra femminismo, dolore e arte
In programma nelle sale cinematografiche di tutta Italia nei giorni scorsi, come proiezione-evento, il documentario Frida. Viva la vida mette in luce le due anime di Frida Kahlo: da una parte l’icona, pioniera del femminismo contemporaneo, tormentata dal dolore fisico, e dall’altra l’artista libera dalle costrizioni di un corpo martoriato.
Tra lettere, diari e confessioni private, il docufilm diretto da Giovanni Troilo propone un viaggio nel cuore del Messico suddiviso in sei capitoli, alternando interviste esclusive, documenti d’epoca, ricostruzioni suggestive e l’immersione nelle opere della Kahlo.
Nel corso degli anni, Frida è diventata un modello di riferimento: ha influenzato artisti, musicisti, stilisti. La sua importanza ha superato perfino la sua grandezza.
Nelle opere di Frida c’è un legame profondo tra dolore e forza, tormento e amore. Un legame che trova una sua legittimazione perché radicato in una terra, il Messico, che dopo la rivoluzione prova a riscoprire le proprie origini attraverso l’iconografia pre-colombiana; è proprio qui che Frida esplora l’identità degli opposti, un dualismo che permette di scoprire il punto di contatto tra la sofferenza delle sue vicende biografiche e l’amore incondizionato per l’arte.