Per la rubrica Gentlemen Style intervista tra storia e digitale all’imprenditore vicentino che gestisce una tra le più conosciute ville del territorio, Villa Valmarana ai Nani
Cos’è per te lo stile?
Lo stile per me è qualcosa di concreto. Sta nel riuscire a gestire una dimora di questo valore ed importanza in maniera accorta e lungimirante. In linea con ciò che accadeva in queste stanze quando Villa Valmarana venne affrescata dal Tiepolo. I tempi sono cambiati, e oggi è necessario gestire questa villa nella maniera più moderna possibile, senza però dimenticare la storia.
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Come ami trascorrere il tuo tempo libero?
Di tempo libero ce ne è sempre poco. Qui è necessario essere sempre presenti. Io adoro viaggiare e lo sport. Voglio passare tempo con la mia famiglia e con la mia bimba di 4 anni.
Un oggetto che ti rappresenta e perché?
Uno degli elementi che contraddistinguono questa dimora è proprio essere colma di oggetti che raccontano una storia. Uno che mi rappresenta particolarmente, però, direi lo smartphone. Perché? È uno strumento di lavoro e aggiornamento perenne. Un compagno di vita.
Come è cambiata la gestualità ai tempi dei social?
Non ci sono più gli inchini, alcune espressioni, ma la cordialità, se vogliamo, si è trasformata, semplicemente.
Villa Valmarana ai Nani
Villa Valmarana ai Nani si compone di tre edifici situati in un grande parco d’epoca. La Palazzina (1669), la Foresteria e la Scuderia (1720) sono circondati da roseti, da un giardino all’italiana con la quinta scenica e il pozzo, da una carpinata.
La Palazzina e la Foresteria sono affrescate da Giambattista e Giandomenico Tiepolo, chiamati nel 1757 dal proprietario, Giustino Valmarana. La Villa prende il nome dalle statue dei 17 nani in pietra, un tempo disseminati nel giardino, ora disposti sul muro di cinta che circonda la proprietà. Ad essi è legata la suggestiva leggenda della principessa Layana. Si presume che il vero e proprio esecutore dei Nani sia Francesco Uliaco e l’ispiratore Giandomenico Tiepolo.
La famiglia Valmarana abita tuttora la Villa, che viene universalmente considerata il vertice espressivo della pittura del Settecento e la testimonianza più alta del genio dei Tiepolo.