Milano in prima linea favorire l’uso delle bici: le nuove ciclabili cittadine nell’ottica del distanziamento sociale, della sostenibilità e della sicurezza
Le città del domani dovranno cambiare, dalla e anche dopo la Fase 2. Secondo me sarà il distanziamento sociale a fare la parte del leone e, in quest’ottica, gli amministratori comunali e regionali dovranno rivedere la scala di priorità e ripensare ad un modello di Smart City per favorire il ritorno alla vita normale, ma con le dovute precauzioni del caso.
Meglio però puntare alla mobilità sostenibile che inquina meno (più casi di Coronavirus, pare, si sono registrati nelle città e zone più inquinate), come quella a piedi o in bici.
Esempio massimo di questa prospettiva è Milano che, già nella brutta lista delle città più inquinate al mondo, ha da poco presentato la prossima realizzazione di ben 23 chilometri di percorsi ciclabili entro dicembre 2020.
Metà dei progetti riguardano le strade che partono dalla periferia e arrivano a ridosso dal centro, e in almeno due casi avranno l’obiettivo di offrire un’alternativa ai mezzi pubblici.
Il piano di Milano è stato lodato da molti osservatori e ripreso anche da Greta Thunberg. Al pari, anzi meglio, Parigi vuole aggiungere 650 chilometri di percorsi ciclabili entro maggio.
«Milano così com’è non è fatta per le piste ciclabili» – ha ribadito di recente a Milano Post il consigliere comunale Massimiliano Bastoni – «Creano difficoltà a chi usa la macchina e così come sono ridotte mettono anche in pericolo chi va in bicicletta».
Attualmente sono disponibili circa 220 chilometri di tracciati ciclabili in tutta la città, quasi il triplo di quelli di quindici anni fa. Molte delle rastrelliere pubbliche per biciclette sono state posate negli ultimi anni. Ma non esiste continuità fra le piste di quartiere, e ai ciclisti capita di procedere a zigzag fra tratti riservati, strade e marciapiedi.
Le nuove tratte non saranno piste ciclabili ma spazi riservati alle bici o più sicuri per i ciclisti nelle strade già esistenti, sottraendo quelli riservati alle auto, oppure riducendo il limite di velocità nelle strade che corrono al fianco di quelle più trafficate. In questo modo il comune spera di riservare a ciclisti e pedoni alcune importanti vie della città, senza costi particolari o cantieri lunghi mesi o anni.
Evviva le 2 ruote!